
Otranto, Torre Sant’Emiliano
Otranto, scorcio Torre S. Emiliano
fotografo: Marco Rizzo
La limpida acqua, i paesaggi costieri, le baie, le grotte, le torri, le pinete, la macchia mediterranea, le spiagge. Tutto questo è Otranto. Il viaggio inizia percorrendo la costa a nord della città: dalla Riviera degli Haethey, forse i più antichi abitatori provenienti dai Balcani, si giunge al Fascio, uno scoglio dalla forma cubica. Più avanti si scorgono il Faro della Punta e Porto Cràulo (corvo) dove si ha l’opportunità di godere della quiete sotto i cocenti raggi del sole. In seguito si trova la Castellana o Rocamatura (roccia molle, tenera), dove cespugli di finocchio selvatico crescono spontanei a ridosso dell’arenile che in alcuni tratti è circondato da canne, alberi da fico e da due cachi centenari. Proseguendo, s’incontrano il piccolo Lido della Staffa e il Canale del Càfaro. L’insenatura Cattapìgnula prende il nome dalla forte presenza di pipistrelli nella grotta lì presente. San Pietro dei Canali è un’altra baia, poco distante, con un’imboccatura di 20 metri che si allarga all’interno, formando un bacino riparato dai venti. A sinistra Masseria Cerra dà il nome alla zona limitrofa. Dopo 50 metri s’incontra una deliziosa insenatura: la Grotta Monaca, così chiamata perché probabilmente in passato vi si riparava la foca monaca. Andando avanti la scogliera diventa ancor più spettacolare. Continuando si trovano la Baia di S. Stefano con torre edificata nel 1567 e la Baia dei Turchi. Successivamente si arriva al complesso di spiagge che costituiscono gli Alimini. Si giunge poi a Conca Specchiulla dove ci sono varie grotte e baie: la più grande è Grotta Macaru (mago). Proseguendo, si arriva a Torre S. Andrea, una tranquilla insenatura di modeste dimensioni. Sulla statale che collega S. Andrea a Otranto si possono ammirare i Laghi Alimini: il “Grande”, di acqua salata, e il “Piccolo”, che nasce da fonti sorgive di acqua dolce. I bacini sono circondati da fitte pinete e dalla macchia mediterranea.
Volendo esplorare la costa a sud di Otranto, si parte dal porto e si prosegue verso la Zona Cave: s’incontrano la Grotta Palombara, così chiamata per la presenza di piccioni e, proseguendo sulla destra, la Torre del Serpe o Torre dell’Idro che, alta 25 metri, rappresenta il simbolo della città. Continuando poi si trovano la Torre dell’Orte (1500), l’omonima Baia e le sue acque cristalline. Finalmente si giunge davanti al bianco Faro della Palascìa, il punto più orientale d’Italia. Doppiato il capo, si vedono l’Isola di S. Emiliano e l’omonima torre risalente alla prima metà del ‘500 nelle cui vicinanze era ubicata una chiesetta. Proseguendo, si giunge alla Grotta dei Cervi, non visitabile, che conserva tracce della civiltà neolitica. Infine si arriva a Porto Badisco, località rinomata per la bellezza del mare, delle coste, della natura e per il leggendario approdo di Enea. Qui ci si può concedere un meritato riposo, magari gustando i ricci di mare, tipicamente accompagnati da pane e vino locale, o anche ingrediente principale di un primo piatto d’eccezione: gli spaghetti ai ricci.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.