
Otranto, chiesa di San Pietro
Otranto, scorcio Chiesetta di San Pietro
fotografo: Lorenzo Papadia
Di particolare interesse risulta la Cripta della Cattedrale in p.zza Basilica. È suddivisa in 48 campate quadrangolari, coperte da volte a crociera sostenute da 42 colonne marmoree sormontate, da bellissimi capitelli, e da 23 semicolonne in muratura. I capitelli sono caratterizzati da raffigurazioni simboliche, fantastiche e grottesche. Sulle pareti sono visibili affreschi del ‘500 e tracce di decorazioni medievali. A pochi passi da p.zza del Popolo, su un dislivello del terreno, si trova la Chiesetta di S. Pietro, il più espressivo esempio pugliese d’arte bizantina. Risalente al IX-X secolo, presenta una pianta a croce greca con una cupola all’incrocio dei due bracci e delle tre absidi. Attirano l’attenzione gli affreschi interni eseguiti con i colori del giallo, ocra, azzurro, rosso amaranto: “Lavanda dei Piedi” e “Ultima Cena” (XI-XV secolo), “Creazione della Donna”, di cui si conserva Adamo disteso, e “Vergogna dopo il peccato” (precedenti al XII secolo), “Battesimo di Cristo” con l’angelo vicino al Cristo con il ginocchio posato sulla terra, “Cristo, la Vergine e gli Angeli” nell’abside centrale e tanti altri (XIII secolo).
Fuori dalle mura, verso sud, nella Valle delle Memorie è ubicata Torre Pinta, un ipogeo che presenta una pianta a croce latina e un vano circolare, particolare per una serie di piccole nicchie. Probabilmente si tratta di un complesso di epoca romana o precristiana, ma le ipotesi circa il luogo sono diverse: ipogeo messapico o santuario rupestre ellenistico. Resa ancor più spettacolare da una Grotta bizantina dedicata a S. Angelo, è la Valle dell’Idro dove scorre proprio il fiume Idro che sfocia nei pressi della città. All’ingresso della valle ci sono grotticelle, nicchie a ripiano, tracce di iscrizioni greche e graffiti. Sulle pareti del Monte “Le Piccioniere” si notano poi i resti di un colombaio e un muro megalitico con graffiti raffiguranti velieri e navi di varie forme, probabilmente le navi turche che il popolo idruntino vedeva arrivare da lontano. Sulle pendici del Monte S. Angelo si trova un tipico villaggio rupestre; nella grotta dipinta a fresco, probabilmente una Chiesa-Cripta, c’è l’effige dell’Arcangelo Michele. In località S. Giovanni si trovano un ipogeo, chiamato con lo stesso nome della zona in cui è ubicato, e tracce di aggrottamenti. Prendendo la litoranea per Santa Cesarea, al quarto chilometro circa, un breve viale conduce ai ruderi del Monastero di S. Nicola di Casole, celebre cenobio basiliano risalente al 1098, caratterizzato da un’imponente architettura. Tra il ‘600 e il ‘700 ha subìto delle modifiche sia all’interno che all’esterno; ad oggi restano delle pitture raffiguranti S. Nicola -di grandi proporzioni-, i Santi Cosimo e Damiano e altri santi. Il monastero esercitava la sua autorità e imponeva le regole su molti conventi della Terra d’Otranto.
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