
Lecce, Palazzo dei Celestini
Lecce, veduta interno Palazzo dei Celestini
fotografo: Lorenzo Papadia
Cuore pulsante della città è Piazza S. Oronzo, il Santo patrono, che ospita la Chiesetta di S. Marco, un po’ rialzata dal piano stradale, oggi sconsacrata e sede dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci. Risalente alla prima metà del XVI secolo, è stata costruita per volere della colonia veneziana; lo ricorda il leone di S. Marco, insegna della Serenissima, posto al di sopra dell’architrave. Accanto, si erge il Sedile costruito nel 1592 come sala di udienza e utilizzato sino al 1851 come sede del Comune. Presenta grandi vetrate che dovevano essere garanzia di trasparenza degli atti pubblici. La struttura, sostenuta da colonne inglobate nei pilastri, si sviluppa su due piani: quello inferiore presenta arcate ogivali ornate da trofei di armi, quello superiore, tre archi per lato. Di fronte resiste l’Anfiteatro Romano riportato alla luce nel 1938 e che, si pensi, poteva contenere oltre 20.000 spettatori. Del grande impianto romano restano visibili solo le gradinate appartenenti all’ordine inferiore separate dall’arena da una balaustra decorata con rilievi raffiguranti scene di caccia e combattimento tra animali. A dominare la piazza c’è poi la Colonna di S. Oronzo innalzata tra il 1660 e il 1686 da G. Zimbalo che ha utilizzato il fusto e il capitello di una delle due colonne terminali di via Appia, donata dai brindisini come segno di gratitudine per lo scampato pericolo dalla peste del 1656. Sul fusto, alto circa 29 metri, si staglia la statua in legno rivestita di bronzo del Patrono benedicente.
Lasciando p.zza S. Oronzo e imboccando via Fazzi, s’incontra il Castello Carlo V, i cui lavori di costruzione sono stati affidati all’architetto Gian Giacomo dell’Acaya. A forma di quadrilatero irregolare, possiede poderosi baluardi angolari a punta, circondati da un fossato oggi colmato. L’elemento più antico è di epoca angioina, si tratta del Mastio di Accardo munito di due porte e il cui interno, dotato di ampi ambienti, oggi ospita manifestazioni culturali e mostre temporanee. Ritornando in piazza S. Oronzo e proseguendo per via Templari si giunge in via Umberto I dove si celebra l’esplosione del barocco leccese con la Basilica di S. Croce (1549-1646) e il Palazzo dei Celestini caratterizzato da un prospetto a due ordini: il primo geometricamente sobrio e il secondo con effetti architettonici decorativi tipici del Rococò. Degno di nota l’interno in cui si trova un atrio inquadrato da 24 colonne. Da p.zza S.Oronzo, dove è ubicato Palazzo Carafa, sede del governo cittadino, eretto nel 1542 dalle Paolotte, si procede per via Vittorio Emanuele dove si può ammirare la scenografia barocca di Piazza Duomo. La sua forma attuale risale al 1761 quando venne eliminata la porta d’accesso sostituita da monumentali propilei che, sovrastati da statue di Santi e Padri della Chiesa, fungono da ingresso di rappresentanza alla piazza dove dal fondo sulla sinistra avanza la facciata del Duomo, sovrastata dal Campanile. Sulla destra, un po’ arretrato è il Palazzo Vescovile con un prospetto ad angolo retto caratterizzato da un portico archeggiato e incoronato da una balaustra. Allineato ad esso c’è poi il Palazzo del Seminario e il Museo Diocesano d’arte Sacra (1694-1709) che al centro fa bella mostra di un portone sovrastato dal balcone a trifora; particolari sono le finestre decorate in modo elegante e il pozzo in stile barocco conservato nell’atrio.
Degne di nota sono poi le porte urbiche, ossia quello che rimane dell’antico sistema difensivo cinquecentesco: Porta Napoli, che sul frontone triangolare ripropone l’aquila bicipite, simbolo dell’impero asburgico; Porta Rudiae, ricostruita nel 1703 con alla sommità le statue dei SS. Oronzo, Domenico e Irene; Porta S. Biagio che, ricostruita nel 1774 e sovrastata dalla statua di S. Biagio, rappresenta l’ingresso meridionale della città.
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