
Lecce, artefatto in cartapesta
Lecce, artefatto in cartapesta
fotografo: Lorenzo Papadia
La produzione di manufatti in cartapesta e in pietra leccese sono le due attività artigianali che caratterizzano la città. L’origine dell’arte della cartapesta risale al XVII-XVIII secolo quando la chiesa iniziò a richiedere un’abbondante produzione di statue e figure in riferimento ai misteri della fede in modo da poter rafforzare il sentimento religioso e per richiamare il culto dei fedeli. Fu così gli artigiani leccesi, non avendo a disposizione materiali pregiati, pensarono di avvalersi della carta e di altre materie povere come paglia, stracci, colla e fieno. Si armarono di pazienza, gusto e creatività e fecero di quest’arte la loro fortuna. Ancora oggi si riproducono soggetti sacri in posizione statica o dinamica; notevole è l’attenzione nei confronti del panneggio, reso nei minimi particolari.
Passeggiando per le strade del centro storico si possono trovare numerosi laboratori che trasformano materiali semplici e poveri in piccole opere d’arte, statue che raffigurano la Natività, pastori, bambole, oggetti di arredamento, maschere e piccoli giocattoli in cartapesta. E proprio in carta pesta è il grande presepe allestito all’interno dell’Anfiteatro Romano nel periodo natalizio.
Con molta facilità si possono incontrare anche botteghe di scalpellini che continuano quella tradizione visibile sulle facciate di ogni chiesa o palazzo e che hanno fatto di Lecce la “Signora del Barocco“. Un tempo la pietra leccese era definita il marmo dei poveri mentre, attualmente, rappresenta un materiale tra i più pregiati della Puglia. In realtà è una pietra calcarea di colore giallo paglierino molto resistente all’usura del tempo composta in gran parte da carbonato di calcio, carbonato di magnesio, argilla e sabbia. La pietra viene estratta da cave a cielo aperto: i banchi calcarei superficiali sono utilizzati per l’estrazione della pietra in modo da realizzare sculture e decorazioni; mentre quelli più profondi, caratterizzati da pietra dura, servono come materiale da impiegare nell’edilizia. La bellezza e la duttilità di questa pietra ha sempre attratto architetti e scultori locali. La lavorazione avviene a mano con l’uso di vecchi arnesi come scalpello, pialla, sega, raspa, uniti all’abilità e alla fantasia dell’artigiano.
Un altro aspetto che identifica la città è l’enogastronomia. Diversi i piatti tipici che si possono gustare nelle trattorie del centro leccese. Potete per esempio scegliere tra “ciceri e tria” dove trìa -dalla parola araba itrya- identifica la pasta fritta o secca, quindi tagliatelle di farina e acqua senza uova che, unite poi a ceci, con l’aggiunta dell’olio d’oliva dal sapore intenso, danno vita ad un primo gustosissimo. In alternativa, si possono ordinare ‘ricchie e minchiareddhri -ossia orecchiette e macchierononi– o sagne ‘ncannulate,tipica pasta fatta in casa condita con pomodoro fresco, basilico e una spolverata di pecorino o ricotta forte. Tra le altre specialità sono da ricordare i rustici con mozzarella, pomodoro e besciamella; la cotognata leccese, marmellata di melecotogne a cubetti; i pasticciotti, fagottini di pasta frolla ripieni di crema, o i fruttoni di forma simile ma con un ripieno di pasta di mandorla, cotognata o perata.
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