
Giurdignano, menhir di San Paolo
Giurdignano, scorcio menhir di San Paolo
fotografo: Marco Rizzo
Giurdignano rappresenta uno dei paesi più caratteristici del Salento per la presenza di monumenti megalitici. Lungo la vicinale Vicinanze, si trova il menhir di San Paolo, alto poco più di due metri, sito sul basamento di una roccia dove vi è scavata la piccola Cripta bizantina di S. Paolo affrescata con l’immagine della Madonna sulla sinistra e quella di S. Paolo con una ragnatela sulla destra, con evidente riferimento al culto del tarantismo nel Salento. A poca distanza vi è il menhir Vicinanze I, che mostra l’incisione di due croci sulla facciata sud -segno questo che sta ad indicare come intorno a queste strutture si svolgessero funzioni religiose-, e il menhir Vicinanze II, che si erge su un basamento circondato da ulivi. Più avanti, il fondo Quattromacine ospita il menhir Stabile, una possente lastra di pietra posizionata alla maniera di un altare; osservando il menhir, sul piano orizzontale si possono scorgere dei segni che indicano la direzione esatta da cui sorge il sole nel solstizio d’estate. Degna di nota anche la Cripta di S. Salvatore in via S. Vincenzo, angolo via Circo. Risalente all’VIII-X secolo, è il monumento più significativo delle chiese ipogee salentine. La pianta è a tre navate che, divise da quattro pilastri, terminano con tre absidi. La zona absidale è sopraelevata e presenta un’iconostasi. Ricca di affreschi, presenta un soffitto con motivi a rilievo carichi di significato simbolico. L’entrata è studiata in modo che la luce penetri al tramonto regalando effetti molto suggestivi. Percorrendo via S. Vincenzo, pochi metri dopo la Cripta S. Salvatore, è ubicato il menhir San Vincenzo. Più avanti, la Chiesetta della Madonna di Costantinopoli e l’omonimo menhir che si erge nelle vicinanze segnano l’inizio della via vecchia per la vicina Uggiano.
Dirigendosi verso sud est, posto non molto lontano dal centro storico, in via Cosma, si erge il menhir Fausa, infisso nella roccia e alto circa tre metri. Proseguendo sulla stradina a sinistra, ci si addentra in distese di uliveti che circondano i resti dell’Abbazia di Centoporte. Anche se oggi delle porte non si ha nessuna traccia, è stata chiamata così proprio per le numerose finestre che la caratterizzavano. Risalente al V-VI secolo, aveva una pianta a tre navate divise da dieci pilastri, senza transetto e con una sola abside in fondo alla navata centrale. Preceduta da un vestibolo o pronao rettangolare, presentava pareti intonacate e dipinte a fresco come nella Chiesa di S. Nicola di Casole sita in Otranto. La facciata terminava in alto a frontone e una trifora illuminava la facciata di ponente. Il tetto era di tipo spiovente e la copertura era formata da travi in legno e tegole di terracotta. Infine, passeggiando per le campagne del luogo, nei dintorni della S. P. Giurdignano – Minervino, si possono incontrare i dolmen Chiancuse, Peschio, Orfine, Paolo Niuri, e i due dolmen gemelli Grassi. Infine, nei pressi di una masseria, vicino alla stazione ferroviaria, si erge il menhir Palanzano.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.